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Rosati e climate change: le sfide per preservare aromi e tipicità

Con l’obiettivo di migliorare il profilo aromatico delle uve sta trovando sempre maggiore diffusione l’utilizzo all’invaiatura di uno specifico lievito inattivato (LalVigne Aroma). L’effetto positivo che il trattamento con questo lievito inattivato determina sull’accumulo dei precursori aromatici è stato ampiamente validato sulle varietà a bacca bianca. Recentemente sono state condotte numerose sperimentazioni in Francia, Italia e Spagna per approfondire gli effetti positivi del suo utilizzo su uve rosse destinate alla produzione di vini rosati. Articolo rosati VVQ n.4 - Giugno 2021

PIRAZINE: il segreto è gestirle in vigneto

L' applicazione all’invaiatura dei prodotti LalVigne aiuta la pianta ad avviare in maniera più repentina i cambiamenti metabolici che determinano l’accumulo dei principali composti fenolici ed aromatici. Al contempo questo trattamento, stimolando il metabolismo secondario della pianta, determina anche una maggiore degradazione delle pirazine. Da numerose esperienze condotte in diversi areali è emerso come il trattamento con questi due prodotti sia in grado di determinare una diminuzione dei sentori e dei difetti di vegetale nei vini trattati rispetto ai relativi controlli. L’esperienza di Istituti di ricerca, Università e aziende in numerose annate ha confermato come il trattamento con LalVigne determini  un contenimento di questi caratteri. I  dati analitici, raccolti da università e istituti di ricerca in diversi paesi, sul contenuto di pirazine hanno sempre confermato una diminuzione di tali composti in risposta al trattamento con LalVigne. VVQ Giugno 2020 - Pirazine

MIGLIORARE L’ESPRESSIONE AROMATICA DELLA GARGANEGA E LA MATURAZIONE FENOLICA DEL SANGIOVESE MEDIANTE APPLICAZIONE FOGLIARE DI LIEVITI INATTIVATI: L’ESPERIENZA PRATICA IN CANTINA

L’applicazione fogliare di specifici lieviti secchi inattivi all’invaiatura (brevetto depositato da Lallemand Inc.) per migliorare le uve alla raccolta, in termini di contenuto ed equilibrio tra i metaboliti primari e i composti polifenolici ed aromatici, rappresenta un innovativo strumento per riequilibrare la composizione delle uve in un contesto di cambiamento climatico. L’applicazione stimola in maniera specifica le vie del metabolismo secondario che portano alla produzione di composti fenolici ed aromatici, senza influenzare l’accumulo di zuccheri e l’epoca di maturazione. L’effetto del trattamento determina un miglioramento del profilo organolettico dei vini che si mantiene e si amplifica nella fase di affinamento.   Articolo pubblicato su L'Enologo di Luglio-Agosto 2019